YOUTH – La giovinezza

Pubblicato: giugno 14, 2015 in Uncategorized
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Locandina del film Youth - La giovinezza Fonte: trovacinema.it

 

Regia: Paolo Sorrentino

Con Harvey Keitel, Michael Caine, Rachel Weisz, Jane Fonda, Paul Dano

Genere: Drammatico

VISTO DA MARVIN

Partiamo da un quesito….bisogna essere per forza nazionalisti ad ogni costo e in ogni contesto???? Sul popolo che ha come simbolo la bandiera “a stelle e strisce” si può dire di tutto ma loro sono attaccati alla loro patria e la difendono sempre a qualsiasi prezzo. Non mi sembra che lo stesso sentimento si possa attribuire agli Italiani.

Contestualizzando il discorso mi ricordo di quando tutti erano contenti e fieri del fatto che il film di Paolo Sorrentino, “La Grande Bellezza” sarebbe stato in corsa per vincere un Oscar l’anno scorso e tutti erano ancora più felici quando poi l’ambita statuetta è stata assegnata proprio al film in questione.

Poco dopo, il film “La Grande Bellezza” è stato trasmesso in televisione e tutti lo hanno criticato: noioso e assurdo erano gli appellativi più gettonati e la maggior parte delle persone o si addormentavano o lasciavano il film a metà cambiando canale. A sua difesa posso dire che questo è un tipo di film che assolutamente non si presta ad una visione casalinga sia per il tipo di pubblico medio che usa il tubo catodico, sia perché il mezzo televisivo deve sottostare a certi obblighi quali interruzioni pubblicitarie o inizio a orari sempre più tardi.

Ora, se tutti i film di Paolo Sorrentino non mi sono mai piaciuti (tranne “This Must Be the Place” ) mi avvicino alla visione di questo suo ultimo lavoro fregandomene altamente del fatto che il regista sia Italiano, abbia appena vinto un Oscar o stia incassando bene nel box-office.

Da una parte sembra di assistere a quel bellissimo film del 1993 dal titolo “Due Irresistibili Brontoloni” con la coppia Walter Matthau & Jack Lemmon vista la comicità e i continui battibecchi tra i due anziani protagonisti (Michael Caine & Harvey Keitel). Ma mi vien da dire che il tipo di comicità messa in scena, insieme alla malinconia di fondo ne facciano una bella black-comedy. Però, viste anche le continue intromissioni di celebrità in questo luogo quasi mistico, mi viene da pensare che il film sia una specie di analisi sul mito dell’essere famosi (Maradona, Miss universo, un attore che si prepara per una nuova parte ma in generale un po’ tutti i personaggi rappresentano un lato della celebrità) e di cosa questo comporti; ma c’è anche il dramma familiare tra una figlia (Rachel Weisz) che ha ancora forti rancori verso un padre sempre assente fino a virare completamente, nella seconda parte della pellicola concentrandosi su una specie di analisi del lavoro del regista ( Harvey Keitel ) e sulle sue ossessioni sopratutto legate alle donne. Tanti stili diversi per un film che vuole essere troppe cose continuando a saltellare da un genere ad un altro.

Come al solito Sorrentino non fa veri dialoghi: semmai elabora aforismi appiccicati tra loro e continua il suo modo di fare cinema tramite scenette unite un po’ cosi, riempite di formale pomposità ed eccessiva retorica fine a se stessa. Bisogna farsene una regione: questo è un tipo di cinema non puramente narrativo ma fatto di metafore e concetti astratti. Resta il fatto che, se questo film risulta costruito in maniera meno altisonante e “alta” di altri suoi film (su tutti “La Grande Bellezza”), è merito degli attori scelti questa volta.

Attori di merito a parte, il film è tutto patinato e pieno di sensazionalismo visivo e raffigura la vecchiaia in maniera quasi allegorica e insopportabile perché falsata.

Si dice che un film fatto come questo debba essere visto solo da “menti superiori” cioè da quel tipo di pubblico che capisce solo cose di un certo livello. Questa è una grande falsità e non bisogna essere prevenuti quando si commenta un film: non è detto che tutto il cinema commerciale sia vuoto e non abbia nulla da dire di intelligente come non è detto che tutto il cinema d’autore sia obbiettivamente bello. Non abbiate paura di dire e far valere le vostre idee anche andando contro tutto e tutti.

Come in ogni pellicola, potrebbe esserci anche un altro lato della visione. Forse questo sfoggio d’estetica elegante e barocca è qualcosa di sublime che pochi registi riescono ad esprimere e i significati che uno ci vede non necessariamente sono tutti quelli presenti nella pellicola. Magari nelle intenzioni del regista può esserci il fatto che il film non sia solo simbolo della giovinezza perduta e ricercata, dei dolori passati e rimpianti in cui troppo spesso ci si rifugia. Può essere anche un’opera-omaggio all’arte stessa e in questo Paolo Sorrentino punta parecchio in alto anche se per farlo si fa didascalico e “ricercato”, aspetto che è facile e divertente da giudicare a priori.

VISTO DA JOE

Raggiunta una certa età, decido di mettere alla prova la mia pazienza per vedere se è ancora proverbiale come una volta. Per questo mi decido a comprare un puzzle, ma non di quelli troppo impegnativi: un 1500 pezzi direi che è adatto all’esperimento. E’ il classico panorama lacustre/prealpino.

Una volta a casa rimango già sorpreso dal packaging. La scatola è di un cartone grezzo ruvido che lascia al tatto una sensazione nuova, comunque gradevole. Poi si apre senza il minimo sforzo, senza la minima resistenza. All’interno colpiscono i dieci sacchetti che contengono le singole tessere: sono di dieci colori diversi, ma non esiste un criterio per la raccolta dei pezzi. Sempre parlando dei sacchetti, sono di cellophane. Ma non il solito cellophane: sembra di toccare carta velina, ciniglia e velluto allo stesso tempo. E poi è pure bello non sentire quel fastidioso odore di similplastica. Se ne prendi in mano uno, il suo contenuto sembra modellarsi secondo il movimento delle dita.

Ma ecco il top delle sensazioni.

Apro il primo pacchetto, verde smeraldo con alcune striature cangianti secondo la luce che vi cade sopra: rovescio i pezzi sul tavolo e mi accorgo che il rumore è piacevole, attutito. E le tessere? Sembrano fatte a mano, ognuna cesellata con precisione ed attenzione. E’ uno spettacolo guardarle: me le passo tra le dita, le nascondo tra il pollice e l’indice per farle riaffiorare tra il medio e l’anulare. I colori sono intensi, vivi, originali, che non passano inosservati.

Questa sorta di sindromedistendhal mi tiene occupato per mezzo pomeriggio, finché mi accorgo che è ora di mettere insieme il tutto. Da dove si comincia? Di solito -credo- dal contorno. E quindi inizio a censire tutti quei pezzi che finiscono con un bordo. E già qui mi accorgo che la mia pazienza inizia a vacillare: sembra che i pezzi della cornice non vogliano farsi trovare, ma alla fine riesco a ricavare due mucchi: da una parte il bordo, dall’altra il resto del mondo, entrambi messi alla rinfusa. Provando a sistemare il primo mucchio, mi accorgo che perdo l’altra metà del pomeriggio nel tentativo (vano) di far combaciare i pezzi: alcuni si uniscono bene, altri a fatica, altri ancora non hanno il loro corrispettivo.

Uffa, basta.. Anche parlare del film attraverso questa metafora inizia a spazientirmi un po’.

Qual è il senso del mio discorso? Il film contiene un nutrito gruppo di scene ed inquadrature fortemente estetizzanti davanti alle quali non si può dire proprio nulla per la perfezione che raggiungono. Manca però il supporto. Lo svolgimento della trama, poi, mi sembra poco allacciato al discorso del titolo: è un film sui rapporti umani, non specificatamente sul discorso del tempo che passa, che ognuno di noi non accetta.

Manca il supporto, dicevo. Manca il fil rouge anche nell’insieme della storia: cosa mi rappresenta la presenza di un simil-maradona che palleggia con una pallina da tennis? All’interno del film cosa significa? Cosa mi rappresenta un’anziana coppia che al ristorante consuma silenziosamente il proprio pasto e sulla quale i due protagonisti (bravi, ma secondo me non del tutto conclusi) ricamano scommesse ed ipotesi di vario genere? C’è un’altra serie di personaggi che a mio parere lascia il tempo che trova. Oppure che appartengono ad un sottotesto del regista chelui non ha espresso bene e che io non ho saputo cogliere.

Ho sentito gente che è rimasta ipnotizzata di fronte all’eleganza, quasi felliniana, di certe scene (ma, come detto, finisce lì), così come altri che, dopo aver visto l’ultimo film di Sorrentino, non sono in grado di dire cosa gli abbia lasciato.

Appartengo sicuramente a quest’ultima categoria.

Ah! Un’ultima cosa: sono tra quelli che non ha ancora visto La Grande Bellezza e nonostante tutto si ostina a parlarne male. Orgogliosamente.

Marvin e Joe entrano chiacchierando. Si fermano al centro della scena

M (con sarcasmo): Tu, paziente??? Ma quando mai!!

JG (un po’ risentito): Cosa credi, che non sia vero?… (con sfida) Mi sono sciroppato tutto il decalogo, ad esempio.. E mi è pure piaciuto!

M (con sprezzo): Bazzeccole, son capaci tutti…Ma ce la faresti a sopportare Heimat 1 in un giorno solo??

JG accusando il colpo, tossisce ripetutamente.

M (incalzandolo): Oppure, sempre nello stesso giorno, Heimat 1 e Heimat 2…

I colpi di tosse di JG aumentano di frequenza e di intensità

M (affondando il colpo): Va bè, dai.. Mi limiterò a portarti a vedere la grande bellezza

JG esce di corsa, mentre i suoi colpi di tosse hanno un ulteriore aumento di frequenza e di intensità. M rimane in scena sogghignando sornionamente.

Fonte: youtube

commenti
  1. Anto ha detto:

    Belle analisi, che in parte condivido. Io sono tra quelli che sono rimasti ipnotizzati … un film che voglio rivedere. PS Maradona che calcia una pallina da tennis…io l’ho letto come un “sic transit Gloria mundi”

  2. Anto ha detto:

    Gloria senza la maiuscola, maledetto correttore ortografico

  3. 76sanfermo ha detto:

    Che volete che vi dica , dopo la “Grande bellezza”, che non mi e’ piaciuto , a parte la grande spettacolarità di certe immagini , non ho avuto il coraggio di affrontare “Youth”…e a quanto pare ho fatto bene….!
    Mi fido di voi ciecamente, quindi , anche in seguito , mi asterrò dall’andarlo a vedere.
    Thanks for this share!

  4. joe ha detto:

    ma fenks tu iù!

  5. marvin ha detto:

    Ciao 76sanfermo !!! e grazie delle tue parole

    Hey Joe!….ma qui non andiamo bene…dove sono tutti i grandi sostenitori di Sorrentino ????Speravo in qualche polemica/discussione ma ancora niente……!!!!!

  6. joe ha detto:

    spetta spetta Marvin… devo fare le scuse ad Anto il cui commento è stato approvato con 24h abbondanti di ritardo (mea culpa, mea culpa magnissima!!). Anto, cito testualmente, rimase mesmerizzata dal film…

    Ok per Maradona (mi dicono che Sorrentino alla famosa notte degli Oscar gli tributò pure un ringraziamento particolare): ma non è un film sulla vecchiaia. A me il titolo ha fuorviato un po’…

  7. Punto Dritto ha detto:

    Io ho visto la grande bellezza e mi é bastato…passo, grazie! bentornati ragazzi, mi siete mancati. Vado poco o niente al cine ma mi piace leggervi 🙂

  8. Noëlle Altieri ha detto:

    Probabilmente, come dice Joe, il regista non ha saputo esprimere bene quello che intendeva dire o, molto probabilmente, sono io che non riesco ad afferrare, non saprei, ho visto meno della metà del film, però una cosa mi è rimasta:
    “La leggerezza è una tentazione irresistibile”. Mi piace.
    Salutoni a tutti.

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