NOI E LA GIULIA

Pubblicato: marzo 4, 2015 in Uncategorized
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Locandina del film Noi e la Giulia Fonte: Trovacinema.it

Regia: Edoardo Leo

Con: Edoardo Leo, Luca Argentero, Stefano Fresi, Anna Foglietta, Carlo Bucirosso.

Genere: commedia

 

VISTO DA MARVIN

Pian piano l’attore e regista Edoardo Leo si sta costruendo una carriera di tutto rispetto soprattutto grazie alla regia di film garbati ma piacevoli e partecipazioni a pellicole sperimentali (uno su tutti: “Smetto Quando Voglio”) o altre dalla narrazione e aspirazione molto semplice e non legati alla spasmodica ricerca di incassi facili; per capirci fino ad ora non ha partecipato a cine-panettoni o altre pellicole scadenzate in periodo estivo. Infatti questa “scalata al successo” non passa inosservata e anche una casa di produzione importante (Warner Bros ) ha deciso di puntare su di lui permettendogli un buon budget per la realizzazione di questo suo terzo film da regista.

Questo ultimo film da lui diretto e recitato ha una prima particolarità che salta subito agli occhi. Se all’inizio la narrazione si concentra sui tre 40enni, un po’ sprovveduti che prendono in mano un casale in Campania per farne un agriturismo, andando avanti “l’occhio della cinepresa” si concentra su altri personaggi dando il giusto spazio ad ogni nuovo partecipante all’impresa di aprire un’attività, pur in mezo a situazioni particolarmente difficili. Questa è una chiara scelta del regista Leo che decide di diminuire il suo tempo davanti alla telecamera per concentrarsi meglio dietro di essa.

Ne risulta un film pieno di melassa, una storia d’amore suggerita e dolci commenti di contorno (con gli immancabili intermezzi musicali ) che dovrebbero essere mezzo per un discorso di sottofondo di rivalsa della gente comune ma che portati avanti in questa maniera risultano un po’ scontati e troppo leggeri. Forse sarebbe stato meglio il coraggio di un film di rivolta, più rude e cattivo invece troppo spesso si cade nel buonismo e nella leggerezza e alla fine nulla viene davvero risolto e il finale un po’ aperto non porta al coraggioso adempimento di un certo tipo di cammino d’intenti (gridato più volte in particolare dal personaggio di Claudio Amendola) lasciando tutto cosi in sospeso soprattutto visto che Edoardo Leo mette un po’ troppa “carne al fuoco” (rivalsa personale, lotta contro la camorra, corruzione della polizia, fallimenti….) senza, come detto prima, portare a compimento nessuno di questi discorsi.

Mettiamoci pure che alcune situazioni sono stantie e ripetitive e a volte si aspetta un po’ troppo per vedere una vera evoluzione narrativa, in questo una durata più corta (o il voler ridurre alcune situazioni ) avrebbero giovato alla pellicola.

Fa sicuramente piacere vedere un film su personaggi con la desinenza in “enni” ( 30enni, 40enni e cosi via) che non vengono raffigurati come eterni imbecilli, immaturi, festaioli che sanno solo far ridere e non prendono mai in mano la propria vita come dovrebbero.

Stilisticamente e tecnicamente Edoardo Leo è bravo e ha le idee chiare distinguendosi bene in un panorama di cinema nostrano fatto di movimenti ed estetiche pigre e gli si perdona pure l’esser caduto, a volte troppo, in estetiche che vanno troppo di moda (vedi alla voce: rallenty) e inoltre mi piace pensare che questo è un film allegorico con alcune esagerazioni di sceneggiatura (certo: quando apri un agriturismo il primo week end è già tutto esaurito! Per non parlare del tempo troppo lungo in cui i due ragazzini vengono tenuti in ostaggio ) che vanno prese alla leggera senza porsi troppe domande.

Continua così Edoardo, sia come attore sia come regista. Anche se continuo a vedere, contro ogni previsione e andando spesso verso lo sconforto, parecchi film Italiani. Ma la visione dei tuoi film mi ha fatto riavvicinare al cinema Italiano verso cui avevo perso parecchio le speranze !!!

 

VISTO DA JOE

Era un po’ che da queste parti non si parlava di cinema italiano.

L’occasione assume anche sfumature piacevoli se si parla di questo film. Non è di certo un’opera d’arte. Non è il prodotto che la critica e/o il pubblico stavano aspettando. E’ una pellicola che si concede al pubblico con la sua umiltà, con il suo essere simpaticamente ruspante, non pretendendo nulla.

La storia è tratta da un libro (Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei) uscito più o meno nell’estate di due anni fa. Il merito di Edoardo Leo (regista e tra i protagonisti della storia)? Aver saputo riportare fedelmente il clima del libro, non tanto per il fatto che abbia seguito pedissequamente la trama dell’autore (non è un obbligo), ma proprio per il senso di complicità che si ritrovano ad avere i protagonisti. La vicenda, leggera da un lato, risulta invece di spessore dall’altro: i tre protagonisti, quarantenni con un vissuto da falliti, cavalcano la loro seconda chance con tutti gli annessi e connessi. Nella fedele trasposizione, il regista mantiene alcuni paradossali risvolti che possono parere inverosimili ma che rendono l’insieme assai gradevole. Si ride, si ride bene, ma si pensa. Arrivati ad una certa età, è sempre opportuno riprendere in mano la propria vita (tutta o in parte) per ricominciare, anche per una forma di rispetto verso se stessi. Altrimenti si vive alla stregua di una pianta grassa che accetta tutto ataratticamente. Quindi, come si può capire, esiste una morale che però non viene impartita in modo didascalico. Anzi, sembra affiorare in maniera spontanea dalle immagini, dalle vicissitudini dei personaggi, dall’evolversi della trama, come se tutto fosse naturale. Questo film (mi) piace perché, anziché seguire l’onda dei cine-cliché, ha il coraggio di non seguire certi registri facili tipici di un particolare cinema italiano.

I tre protagonisti non offrono tipologie umane nuove, ma sono verosimili nella loro piccola quotidianità. Leo interpretando il classico burino che molti di noi possono avere incontrato nel loro quotidiano, dimostra di avere fatto un certo numero di passi in avanti rispetto al precedente Smetto quando voglio; Argentero è la copia sbiadita del rampante di un tempo; Fresi è lo sfigato succube della moglie. A loro si aggiunge un notevole Claudio Amendola che per l’occasione si smarca da quel cinema all’italiana di cui parlavo sopra e di cui l’attore è, volente o nolente, una sorta di portavoce. A loro si aggiunge Anna Foglietta, l’unica voce femminile: se in Tutta colpa di Freud non mi aveva per nulla convinto, qui il suo essere ‘surreale’ diviene fondamentale nel mix dei personaggi. Nel film è l’unico strappo alla fedeltà del libro: l’attrice sta aspettando un figlio e ha recitato con il pancione.

C’è atmosfera on the road, c’è atmosfera d’amicizia: non voglio dire che questo sia un film sciacquacervelli (definizione che ODIO, se il prodotto ha comunque tracce consistenti di qualità), anzi. E’ quella pellicola che ti permette davvero di svagarti ma con intelligenza.

E se quell’agriturismo esistesse, proverei a passarci una notte.

 

 

Joe e Marvin stanno passeggiando quando a un certo punto Joe si blocca

JG (con entusiasmo): E se aprissimo un agriturismo dove si proiettassero film tutte le sere al chiar di luna, dove la gente può consumare seduta davanti allo schermo??

(Marvin progressivamrnte si incupisce)

M (piuttosto alterato): Mi spiace darti una delusione, ma l’hanno già inventato JG (sobbalzando): Cosa?!!

M (proseguendo guardando per terra, le mani in tasca): Si chiama CINEMA ALL’APERTO, ed è una delle più importanti attrattive dell’estate della nostra città (esce, lasciando Joe di sasso in mezzo alla scena)

Fonte: youtube

 

commenti
  1. 76sanfermo ha detto:

    La mia risposta e’ ovvia , ma l’avete voluta voi : certo che andrò a vederlo!
    E’ da un po’ che non vedo un film italiano , si può ricominciare da qui…

  2. Punto Dritto ha detto:

    Sicuro, Joe? Sicuro, Marvin? Di voi mi fido ma la visione del trailer non mi ha ispirata per nulla…

  3. joe ha detto:


    Kennedyci di questo?

  4. Noëlle Altieri ha detto:

    Il film è divertente, non c’è dubbio. Certo non mi attira per nulla l’idea di un posto dove avvengono alcune cose inquietanti (non dico altro per non svelare vicende del film) però mi piace l’intraprendenza dei quattro anche, se nella realtà, sarebbe tutto un po’ diverso, anche il finale. Magari si potesse risolvere tutto come fanno i quattro e la ragazza con… la Giulia!

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