SUBURRA

Pubblicato: novembre 23, 2015 in Uncategorized
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Locandina del film SuburraFonte: Trovacinema.it

Regia: Stefano Sollima

Con: PierFrancesco Favino, Claudio Amendola, Elio Germano, Antonello Fassari, Greta Scarano

Genere: Thriller

 VISTO DA MARVIN

Il film di Stefano Sollima è di alto profilo, si carica di parecchio stile visivo, si fa grande davanti agli occhi increduli degli spettatori. Ha uno stile molto ricercato, alza il volume, alza i toni: le sue interpretazioni si distaccano da qualunque produzione italiana che sia mai stata fatta. Rischia certo di fare lo “sbruffone” e può sembrare addirittura ridicolo nel suo tono pomposo (chissà come mai quando lo fanno i film Americani nessuno gli dà del”ridicolo”). Io trovo che tutto questo sia solo un bene per la nostra produzione e anche solo avere un film che ha il coraggio di fare qualcosa di diverso, di distinguersi dal solito film dai mezzi e dai toni ridotti, dal solito stile da sceneggiato televisivo andrebbe solo applaudito.

Esagero nel dire che il tono della pellicola ricorda quello di Nicholas Winding Refn (Drive, Solo Dio Perdona): davvero forte come paragone ma è solo per far capire l’idea generale del film e il fascino d’immagini ed eleganza tecnica con il suo insieme di ansia puramente stilistica quale la pellicola mira ad essere. Aggiungetegli anche che il film è diretto, brusco e crudo orfano e privo di buonismi e bigottismi rassicuranti e delicati.

Si rischia, però, che questa ricercata immagine stilistica renda il film vuoto al suo interno, forse a causa della sua grande critica sciale, dell’addentrarsi realmente dentro gli intrighi del potere sia sul versante gangster sia nei corridoi della politica. Non c’è davvero pericolo che risulti troppo accennato, sfiorando solo la superficie di qualcosa di marcio che sappiamo bene esserci in determinati contesti. Ma la questione è questa: altri film NON hanno estetica (vedi mezzi poveri e stile banale ) e NON hanno sostanza… Almeno questo ha una delle due cose.

Si dicevano le atmosfere… Le metafore ideologiche e stilistiche in cui Roma viene avvolta e rappresenta, sotto una perenne pioggia battente che intasa tutto, che crea disagi ,che raggruppa tutti i possibili lati del potere in egual modo perché sono tutti versioni di una stessa raffigurazione marcia e dell’uso che ne si fa.

Un film intoccabile sotto vari punti di vista: la mancanza di una vera analisi sociale, l’assenza di veri colpi di scena (perché diciamo pure che il film è molto prevedibile) non sminuiscono quello che il film è realmente, cioè un’esperienza, senza confronti, di alto livello artistico e di grande impatto visivo come non se ne vedono nel nostro cinema e che riesce, in ultima battuta, a far coesistere discorsi forti con l’intrattenimento.

VISTO DA JOE

Cominciamo dagli attori? Uno su tutti: Claudio Amendola. Già lo avevo apprezzato la scorsa primavera per il suoi contributo a “NOI E LA GIULIA”. Qui fa un deciso passo in avanti: esprime al meglio il suo essere romanodderroma con una parte che ancora non gli si è vista recitare, lontano da quei cliché tipici dei prodotti televisivi ai quali aveva abituato un certo pubblico.

Impeccabile è anche Elio Germano, ma rispetto ad Amendola è una conferma: la sua bravura rientra in canoni di cui molti più blasonati di me hanno già detto e stradetto. Di sicuro si cimenta in una tipologia umana verosimile già vista al cinema. Le sue capacità però gli permettono di personalizzare il suo ruolo.

Non manca di bravura nemmeno Favino, che infonde al suo personaggio una personalità decisamente torbida e senza scrupoli.

Non voglio dire che gli altri attori valgano meno dei due appena citati, anzi. Hanno semplicemente la ‘sfortuna’ di non essere così noti al grande pubblico.

Diretto da Stefano Sollima, il film presenta una struttura piuttosto intarsiata dove i filoni della storia si intrecciano in un punto e corrono paralleli in un altro. Il tutto dà al prodotto finale un ritmo molto serrato che non può non coinvolgere lo spettatore. Non è una ricerca del ritmo fine a se stessa.

Molti film prodotti in questi ultimi anni sanno che devono essere veloci se vogliono attirare un pubblico medio. Il discorso mi serve per dire che certe pellicole si autoimpongono di essere rapide come schegge, facendo della velocità un must imprescindibile. Alla fine, però, il prodotto che esce non risulta godibile come dovrebbe/vorrebbe.

In “SUBURRA” il ritmo non è imposto a tavolino dal regista ma dalla storia stessa, che è ambientata in una Roma poco visitata da film o dall’arte in generale.

Qualunque sia lo scenario, la facciata (la Roma dei politici, la Roma delle borgate, la Roma delle periferie), ecco che lo spettatore si trova di fronte ad una violenza dominatrice di tutti i rapporti umani. E quando dico violenza intendo sia quella fisica sia quella mentale. E posso assicurare che quelle scene fanno davvero male, anche se si affermasse di essere impermeabili di fronte al concetto stesso.

Il regista non si risparmia nei dettagli che a prima vista potrebbero pare grandguignoleschi. Si tratta quindi di una pellicola che che picchia duro soprattutto perché descrive la dark side di una città che al cinema è stata sempre rappresentata come maestosa, la caput mundi degli antichi, per intenderci.

Occhio alle allusioni: sono suggerite ma allo stesso tempo risultano molto evidenti senza ombra di dubbio. E credo ci sia poco da stare allegri: lo spaccato che traspare dal film scopre vizi e difetti della nostra gloriosa capitale, legati agli oscuri giochi di potere che tramano sotto la superficie.

Verrebbe da chiedersi QUANTO di tutto questo potrebbe essere inventato…

Non resta adesso che leggere l’omonimo libro di De Cataldo, autore molto acclamato nel quale purtroppo non mi sono ancora imbattuto.

Joe e Marvin arrivano al centro della scena, uno da destra, l’altro da sinistra. Joe ha un’aria leggermente stupita; Marvin ha un’aria torva

JG (con aria stupita) : Che roba strana.. Sei stato cortissimo! Che ti è successo???

M (cercando di imitare il “samurai”, personaggio di Claudio Amendola nel film): Shhhhh… Poche parole… Io ho tante cose da fare e se fai il bravo puoi entrarci anche tu…

JG (spaventata): Oh Mamma! Questo qui è impazzito, è entrato nel personaggio e non ne esce più!!

M (cercando di incutere terrore): Allora, di cosa hai bisogno per farmi passare la recensione sul blog? Tu fai una cosa a me (indicandosi) e io ne faccio una a te (indicando Joe)

JG (con aria fintamente serena): Da bravo, andiamo in un bel posticino… Non preoccuparti se ti mettono una camicia all’incontrario… Fa parte della divisa…

I due si allontanano con Joe Gideon che sorregge Marvin cercando di farlo camminare 

fonte:youtube

commenti
  1. Punto Dritto ha detto:

    Mhhh…no no, mi sa che non lo vedo. Grazie lo stesso peró! Ciao, a presto!

  2. Vale ha detto:

    Visto in streaming. Ottimo film italiano (strano ma vero!).

  3. joe ha detto:

    ciao a tuut’e dueee!!!
    grazie per i vostri commenti 😀

  4. marvin ha detto:

    sempre grazie a chi lascia un commento.

  5. 76sanfermo ha detto:

    Avevo perso questo post…..
    Adesso mi incuriosisce, non sapevo che il film meritasse tanto!
    Grazie mille!

  6. joe ha detto:

    merita, 76, perché con questo film si sperimenta un nuovo modo di fare cinema

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